Paura
È sempre nostra alleata?
La paura è un’emozione, segnala la presenza di un pericolo e ci prepara a metterci in salvo.
La paura quando nasce e quando è d’aiuto?
La paura è un’emozione, segnala la presenza di un pericolo e ci prepara a metterci in salvo.
Paura, ansia, panico, angoscia e terrore sono emozioni molto simili tra loro e, spesso, difficilmente distinguibili una dall’altra.
Hanno tutte lo stesso scopo:
avvisano che c’è un pericolo e, da questo segnale, si innescano tutta una serie di cambiamenti fisiologici che preparano a difenderci.
Rispetto alle altre emozioni di minaccia, la paura è quella più istintiva e meno pensata.
Quest’emozione è stata così importante per la sopravvivenza della specie umana, ed è così importante per la sopravvivenza di ogni singolo individuo, al punto che, molte paure, sono presenti sin dalla nascita.
A prova di questo, sono state condotte delle ricerche sulla reazione di bambini molto piccoli alla vista di ragni e serpenti: tutti i bambini mostravano reazioni di disgusto e paura. La loro paura non poteva essere stata appresa perché erano troppo piccoli per poter imparare, si trattava di paura innata.
Gli scienziati hanno così dedotto che, i nostri antenati preistorici temevano e, quindi, evitavano o respingevano, gli animali striscianti o con molte zampe. Soltanto chi manifestava tale paura nel proprio corredo genetico aveva la probabilità di riprodursi e trasmettere questo messaggio alle generazioni future, fino a noi.
Anche la paura del buio ha una sua spiegazione evolutiva: gli uomini delle caverne avevano maggiori probabilità di sopravvivere se non si esponevano ai luoghi bui dove potevano essere facilmente preda di animali feroc
- Quindi, molte paure sono innate, si trovano nel nostro DNA.
- Molte altre, invece, sono frutto della nostra esperienza, cioè apprese in seguito alle conseguenze di una nostra azione. Ad esempio posso apprendere ad avere paura per i cani se, avvicinandomi a uno di loro, ricevo un morso.
- Altre, ancora, possono essere acquisite per imitazione, cioè perché vedo le conseguenze di un’azione su un’altra persona: è mio fratello che si avvicina al cane e viene morso, io apprendo che i cani sono pericolosi.
- Ma anche i racconti riportati da parenti, amici, mass media, creano in noi paure: continue notizie su aggressioni e violenze causate da persone straniere, crea in noi paura verso tutte le persone straniere.
La paura deve necessariamente, per il suo scopo, essere veloce e istintiva.
Tutte le volte che la proviamo, non facciamo in tempo a chiederci se è giusto o meno avere paura in quella situazione: la sua presenza, da sola, giustifica il nostro allontanamento, lo stato di allerta, lo stare in guardia.
È scritto nel nostro DNA che se proviamo paura dobbiamo nasconderci o fuggire o, se non abbiamo altra scelta, difenderci.
Pensate se vivessimo in una giungla, saremmo già tutti in bocca ad un leone se perdessimo tempo a farci domande.
Provare paura è quindi un comportamento automatico ma anche necessario perché ci preserva dai pericoli: guai se non provassimo paura!!!!
A volte però accade di sentirci minacciati anche quando, in realtà, in pericolo non siamo. Quest’atteggiamento può essere controproducente per il benessere della persona e creare non pochi fastidi e complicazioni nella propria vita.
Temere tutti i cani limita le relazioni sociali ed è una difesa non necessaria: la maggior parte dei cani domestici non è un pericolo.
Avere paura dell’aereo limita le nostre esperienze, la vita sociale, può influenzare la nostra carriera. Si tratta di una paura assolutamente ingiustificata perché non più pericolosa di altre situazioni.
Sono molteplici gli esempi che si possono fare sulla paura: temere i luoghi affollati, gli ascensori, aver paura di stare da soli in casa, temere le persone che non si conoscono bene…
La paura ha lo scopo di metterci in salvo in caso di pericolo: questo è il suo unico scopo.
E se il pericolo manca? Allora la paura è ingiustificata.
La sensazione di paura sarà immediata, è scritto nel nostro DNA che debba essere così. Poi però posso rifletterci e valutare:
- “E’ vero che ogni volta che mi trovo in questa precisa situazione ho paura, ma è proprio il caso di averne?”
- “Sono davvero in pericolo?”
Come capire quando la paura è dannosa.
Possiamo utilizzare la regola del:
“CIO’ CHE È POSSIBILE MA POCO PROBABILE”
per farci capire che non abbiamo motivo di avere paura.
È possibile che l’aereo cada, ma è poco probabile. È possibile che un cane mi morda ma, è poco probabile. È possibile che in strada io sia aggradito, ma è poco probabile.
Con i comportamenti dannosi, veramente pericolosi per noi, questa regola si trasforma così:
- È possibile che io sia investito se attraverso con il rosso ed è anche molto probabile;
- È possibile che l’aereo cada ma anche poco probabile.
- È possibile che io abbia un incidente in macchina ma è poco probabile a velocità raccomandata: la probabilità che ciò accada aumenta però all’aumentare della mia velocità.
Liberarsi dalla paura in 3 mosse.
Anche se stabilisco, e ne sono del tutto convinto, che la mia paura è eccessiva e controproducente, non sarà tuttavia semplice liberarsene. La paura si supera sempre con l’esposizione, cioè affrontandola e sottoponendosi a ciò che la crea.
Solo attraverso l’esposizione posso avere la prova assoluta che la mia paura è del tutto innocua e infondata.
Purtroppo però non è sufficiente superare la propria paura una volta sola, per eliminarla totalmente.
La paura per l’aereo ne è un esempio perfetto. Molte persone, infatti, hanno così tanta voglia di viaggiare che sono disposte a tollerare la loro ansia e riescono a prendere l’aereo. La paura per l’aereo però non subisce alcun cambiamento, e continueranno a provarne anche nel viaggio successivo.
Come fare quindi per estinguere le nostre paure definitivamente?
Come sempre dobbiamo prima di tutto conoscere nel dettaglio cosa accade in noi e perché.
Sappiamo che esponendoci al nostro oggetto o situazione temuta, avremo un’attivazione corporea, chiamata reazione di attacco-fuga, che produrrà una sensazione fisica molto spiacevole che ci impone l’allontanamento.
La prima cosa da fare, quindi, prima di esporci allo stimolo temuto, è ridurre il più possibile l’attivazione della risposta di attacco-fuga, rilassando il nostro corpo e la nostra mente.
Per raggiungere il rilassamento desiderato possiamo utilizzare la tecnica della respirazione lenta o il rilassamento progressivo muscolare di Jacobson.
Ora siamo pronti per affrontare la nostra paura rispettando questi 3 passaggi:
- Prima di avvicinarci all’oggetto o alla situazione temuta, dobbiamo rilassare i muscoli del nostro corpo. In questo modo la reazione di attivazione sarà di minore intensità e risulterà più tollerabile.
- Staremo davanti all’oggetto temuto fin quando la sensazione fisica sgradevole cesserà del tutto.
- Ripeteremo l’esposizione a distanza di qualche giorno, e lo ripeteremo ancora fin quando l’oggetto temuto non provocherà in noi, alcuna reazione.
In questo modo ci saremo liberati della nostra paura immotivata!
N.B.: Se per noi è intollerabile un’esposizione totale immediata, possiamo dividerla in tante tappe di intensità crescente (da quelle che creano meno paura, a quelle che ne creano di più).
Ad esempio: 1) Vedo il cane da lontano in compagnia di un amico, 2) Vedo il cane da lontano da solo, 3) Mi avvicino un po’ in compagnia e così via fino a raggiungere la paura maggiore: accarezzarlo restando da solo con lui.
Per ogni tappa vanno rispettati i 3 passaggi descritti sopra.