Panico e disturbo da attacchi di panico
Sintomi dell’attacco di panico
Si ha un attacco di panico quando, all’IMPROVVISO e SENZA UN REALE MOTIVO, si innesca una reazione fisiologica conosciuta come risposta di attacco/fuga.
La risposta di attacco-fuga è una REAZIONE DEL TUTTO NORMALE, attivata inconsapevolmente dal nostro organismo tutte le volte che ci troviamo di fronte ad un pericolo che richiede una risposta immediata del nostro corpo, necessaria per metterci in salvo.
Ad esempio, se vediamo che un autobus sta per venirci addosso, dobbiamo spostarci il più rapidamente possibile per evitare la collisione.
L’attivazione della risposta attacco-fuga innesca tutta una serie di cambiamenti fisiologici che hanno lo scopo di fornire energia e potenza alle parti del corpo che devono intervenire nell’azione, cioè i muscoli delle braccia (in caso di difesa) e delle gambe (in caso di fuga).
Sono proprio questi cambiamenti fisiologici i responsabili delle sensazioni fisiche provate durante l’attacco di panico.
Pertanto, ogni sensazione fisica percepita durante l’attacco di panico, che crea in noi tanto spavento, ha una sua spiegazione fisiologica.
Per ben comprendere che le sensazioni corporee provate durante l’attacco di panico sono assolutamente normali e, quindi, NON DEVONO PREOCCUPARCI, descriverò qui di seguito cosa avviene durante l’attacco di panico.
- Il battito cardiaco accelera perché il corpo ha bisogno di più sangue. Per tale ragione, durante l’attacco di panico, sentiamo il cuore che batte forte.
- I vasi sanguigni si dilatano per portare maggiore quantità di ossigeno ai muscoli, questo produrrà la sensazione di calore e rossore.
- Avendo l’organismo più bisogno di ossigeno deve aumentare la frequenza del ritmo respiratorio: per questa ragione le narici si allargheranno e il ritmo della respirazione diventerà più incalzante. La nostra sensazione sarà di mancanza d’aria, come se il respiro non bastasse.
- Contemporaneamente, la maggiore introduzione di ossigeno darà la sensazione di vertigine, giramento di testa e sensazione di svenire.
- Ovviamente, tutta quest’attivazione corporea determinerà un aumento della temperatura corporea. Per contrastare l’innalzamento della temperatura inizieremo perciò a sudare e ad avvertire vampate di caldo e freddo.
- Tutta l’energia sarà convogliata sulle gambe e sulle braccia perché l’obiettivo del corpo è di farci reagire con la fuga o l’attacco. Per questa ragione possiamo avvertire tensione muscolare e
- Le parti del corpo che non hanno alcuna rilevanza con l’obiettivo di difesa o attacco, come lo stomaco e la bocca, riceveranno una minore quantità di ossigeno. Per questa ragione, durante l’attacco di panico, possiamo avvertire sensazioni di nausea, nodo allo stomaco e secchezza delle fauci.
Se tutte queste sensazioni le proviamo di fronte ad un vero pericolo, non causano in noi alcun turbamento, anzi, non ci accorgeremmo neanche di averle avute perché saremmo totalmente concentrati ad agire per scongiurare il pericolo.
Ma se queste intensissime e improvvise sensazioni si presentano senza una reale ragione di minaccia, allora ci spaventano moltissimo perché non riusciremo a comprendere cosa ci sta accadendo.
Per questa ragione l’attacco di panico è sempre accompagnato da una forte paura di morire o di impazzire.
Se attribuiremo erroneamente le nostre sensazioni corporee a un malessere fisico imminente (ad esempio un attacco di cuore) avremo paura di morire.
Se invece a preoccuparci è più l’aspetto inspiegabile delle nostre sensazioni fisiche, avremo paura di impazzire, di perdere il controllo di noi stessi.
Cosa scatena un attacco di panico?
Avere un attacco di panico è un’esperienza abbastanza frequente, può capitare praticamente a tutti.
Può essere una sensazione, un’immagine, un ricordo, un suono, un odore….
Qualsiasi stimolo che la nostra mente associa a una situazione spiacevole e minacciosa.
Solitamente gli attacchi di panico si verificano quando:
- Siamo stanchi o stressati, deboli fisicamente: in seguito ad una forte influenza, a debilitazione fisica perché non riusciamo a riposiamo bene per un lungo periodo, stanchezza per l’eccessivo lavoro.
- Siamo stanchi psicologicamente: stiamo affrontando una separazione, abbiamo problemi sul lavoro, difficoltà nelle relazioni con gli altri.
Cosa fare dopo un attacco di panico?
Assolutamente nulla.
Aver avuto un attacco di panico vuol semplicemente dire che, essendo particolarmente stanco o sotto stress, la mia mente ha erroneamente interpretato un qualsiasi stimolo (ad es. un luogo poco illuminato) a una situazione per me pericolosa.
Questo ha fatto innescare la risposta di attacco-fuga.
Tutto finisce li.
Ovviamente, se dovesse ripresentarsi, è comunque consigliabile rivolgersi al medico di base che vi saprà indicare tutti gli accertamenti necessari per escludere eventuali cause biologiche.
Se gli accertamenti medici avranno un esito negativo allora è il caso di stare davvero tranquilli.
Quando l’attacco di panico diventa un disturbo da attacchi di panico?
L’attacco di panico diventa un disturbo da attacchi di panico quando, dal nostro primo attacco di panico, trascorriamo la maggior parte del tempo a pensare a ciò che è successo, per il timore che possa riaccadere: rimuginazione mentale.
- Si crea in tal modo un’ansia anticipatoria, cioè starò sempre allerta con lo scopo di anticipare e, quindi, comprendere in tempo, se sto per avere un altro attacco.
- Nel frattempo metterò in atto un evitamento di tutti quei luoghi e situazioni che mi creano anche un leggero cambiamento fisico, da me riconosciuto come segnale dell’attacco di panico: ad esempio la metropolitana perché mi crea una lieve accelerazione del battito cardiaco, i posti affollati perché mi danno la sensazione di mancanza d’aria, e così via.
Entro in pratica in un circolo vizioso per cui starò sempre attento ad ogni minimo cambiamento del mio corpo, MONITORANDO COSTANTEMENTE OGNI VARIAZIONE FISICA.
La minima modificazione dell’organismo sarà interpretata come segnale che anticipa l’attacco di panico.
Ovviamente EVITERÒ e, quindi, eliminerò dalla mia vita, tutti quei posti e quelle attività che creano i cambiamenti fisiologici che tanto temo.
Inizierò, perciò, a evitare i luoghi affollati, gli spazi ristretti, quelli che non presentano vie d’uscita…
La mia vita, in questo modo, si “restringe” sempre più: la paura prende il sopravvento e inizia a vivere al mio posto.
Ma l’evitamento è ancora più subdolo di così:
Starò male al solo pensiero di andare nel posto temuto ma
BASTERÀ DECIDERE DI NON ANDARCI
PER FARMI STARE SUBITO MEGLIO.
È ovvio quindi che
SARÀ PIÙ SEMPLICE EVITARE PIUTTOSTO CHE SOFFRIRE.
Ma…
Evitando la situazione temuta confermerò alla mia ansia che quella situazione è proprio da temere.
Infatti, se non mi sottopongo alla situazione temuta non sarò mai in grado di dimostrare che la mia paura è immotivata, cioè
che
NON È LA SITUAZIONE A CREARE L’ATTACCO DI PANICO MA È LA MIA PAURA A SCATENARLO.
Con questo stato d’animo è molto probabile che si verifichino altri attacchi di panico, più o meno importanti, perché ogni minima variazione del corpo viene scambiata come un segnale di minaccia e quindi, anche una semplice accelerazione cardiaca, può da sola innescare il meccanismo di attacco-fuga.
Come guarire dagli attacchi di panico?
- Innanzitutto è fondamentale comprendere il meccanismo di attacco-fuga e cosa lo fa innescare in voi (il battito cardiaco? l’affanno?….).
- A questo punto focalizzatevi sul circolo vizioso che si crea tra pensieri-emozioni-comportamenti:
- Ogni volta che aumenta il battito cardiaco penso che sto per avere un attacco di panico
- Questo pensiero mi spaventa molto e fa aumentare la mia ansia
- Aumentando l’ansia aumenterà ulteriormente il mio battito cardiaco e sentirò mancarmi ancora di più l’aria
- A questo punto è molto probabile che io abbia un attacco di panico.
3. Ma cosa succede se, appena sento il mio battito accelerare, invece di spaventarmi resto calmo?
L’ATTACCO DI PANICO NON SI VERIFICHERÀ!
4. Quindi, l’unica cosa che devo fare, APPENA inizio ad avvertire i primi sintomi dell’attacco di panico, è di effettuare una respirazione lenta.
RALLENTANDO IL RITMO DEL MIO RESPIRO E IL BATTICO CARDIACO,
BLOCCHERÒ COMPLETAMENTE IL MECCANISMO DI ATTACCO-FUGA
di conseguenza bloccherò anche
L’ATTACCO DI PANICO.