Benessere
Raggiungere il benessere.
Nella lotta contro il tempo, mai sufficiente rispetto a tutto ciò che vorremmo fare, stabiliamo che la priorità deve essere data alle urgenze e a ciò che non può più essere rimandato.
Così, molto spesso, anche il nostro benessere è messo in lista d’attesa e, in base alle priorità del momento, arriverà il turno per la nostra salute psicologica solo se accuseremo qualche disagio importante come ansia, attacchi di panico, depressione o malattie psicosomatiche. Situazioni che, secondo noi, si scatenano all’ “improvviso” e con un’intensità “eccessiva”, al punto da condizionare o impedire il normale svolgimento della nostra vita.
Inutile dire che quest’atteggiamento è dannoso e ingiusto nei nostri confronti.
I concetti di malattia e benessere non devono essere visti come ai poli opposti di un continuum, perché:
ASSENZA DI MALATTIA NON VUOL DIRE, NECESSARIAMENTE,
PRESENZA DI BENESSERE
Non essere malati e stare bene sono due condizioni che vanno viste in modo separato e indipendente. Tra le buone abitudini, dovremmo preoccuparci di prevenire e curare le malattie ma anche di promuovere il nostro benessere, cioè occuparci della nostra realizzazione personale.
Sono quattro gli ambiti della vita fondamentali per il nostro benessere. La realizzazione dei desideri legati a questi quattro ambiti è, quindi, di fondamentale importanza.
- Lavoro e attività produttiva.
- Relazioni con gli altri.
- Hobby e interessi.
- Progetti personali e scopi di vita.
La realizzazione in queste aree della nostra vita richiede l’acquisizione di competenze personali diverse tra loro:
- Competenze sociali: la capacità di muoversi appropriatamente nell’ambiente sociale di appartenenza. Richiede la capacità di ascoltare, conversare, esprimere in modo adeguato atteggiamenti ed emozioni.
- Buona stima di sé: cioè il giudizio che ognuno di noi ha, riguardo al proprio valore personale.
- Capacità di Problem Solving: richiede l’abilità di identificare, definire e analizzare i problemi; scegliere le soluzioni appropriate e valutare i risultati.
- Gestione delle emozioni: richiede la consapevolezza, il controllo e un’appropriata espressione delle emozioni. Implica, ad esempio, la capacità di riconoscere, controllare e gestire in modo appropriato la rabbia, lo stress, l’ansia…
La psicologia ha messo in atto dei programmi specifici di Skills Training per insegnare le abilità psicosociali che stanno alla base del vivere bene con noi stessi e con gli altri. In questi casi le sedute sono mirate all’acquisizione o al potenziamento di quelle competenze specifiche, verso le quali ci si sente un po’ deboli.
Realizzazione dei desideri
La realizzazione dei propri desideri non è sicuramente una questione semplice: ogni desiderio, per essere soddisfatto, richiede tempo, impegno, dedizione.
A volte però, le energie e le risorse necessarie per la loro realizzazione sono superiori rispetto a quelle in nostro possesso in quel momento e, quindi, la loro realizzazione, può richiedere dei costi eccessivi per il nostro benessere.
Ma può anche accadere che, nonostante i continui e ripetuti sforzi, il nostro desiderio si dimostri irraggiungibile e irrealizzabile.
Quindi, come comportarci quando incontriamo degli ostacoli “importanti” alla realizzazione dei nostri desideri?
Utilizzare un METODO che possa aiutarci a prendere la decisione giusta, cioè quale percorso seguire per raggiungere il proprio desiderio, è sempre utile e vantaggioso.
E, nel prendere simili decisioni, una variabile che va necessariamente considerata è IL PROPRIO LIMITE.
Se è sempre importante mantenere un elevato entusiasmo per raggiungere i desideri (perché è da esso che ne dipende la riuscita), tuttavia è anche saggio e necessario:
› Tenere presente I PROPRI LIMITI
› Darsi un TERMINE, uno STOP per non PERDERE IL CONTROLLO
PER OGNI POSSIBILE SCELTA
Dobbiamo sempre valutare quali sono i vantaggi e gli svantaggi di ogni nostra possibile scelta. Vantaggi/svantaggi immediati o nel breve tempo, vantaggi/svantaggi nel lungo tempo.
L’obiettivo è ovviamente propendere per la scelta che offre maggiori vantaggi.
ATTENZIONE: quest’affermazione sembra ovvia, tuttavia non lo è per nulla.
Infatti:
Molti nostri comportamenti dannosi sono mossi dall’ottenimento di un piacere
immediato, anche se gli svantaggi superano i vantaggi
Basti pensare, ad esempio, al consumo smoderato di cibo che si può mettere in atto quando siamo tristi. Per ottenere un’immediata sensazione di piacere data dall’assunzione del cibo, ci assumiamo tante conseguenze negative: aumento del peso, della glicemia, della pressione.
PER CONCLUDERE: nella scelta del percorso da seguire per raggiungere i nostri desideri, dobbiamo sempre tener conto di due regole fondamentali.
- Se un problema sembra enorme e non sappiamo da dove iniziare per affrontarlo, è buona regola suddividerlo e separarlo in parti più piccole. Semplificando il problema, la nostra mente sarà in grado più facilmente di trovare una soluzione. I PROBLEMI SI AFFRONTANO SEMPRE UNO ALLA VOLTA.
- È importante evitare di porsi dei traguardi irrealistici o eccessivamente ambiziosi. Se ci prefissiamo dei risultati troppo pretenziosi, È ELEVATA LA PROBABILITÀ DI FALLIRE piuttosto che ottenere il risultato desiderato. Il fallimento può minare la nostra autostima e lasciare il posto a pensieri negativi su stessi e le proprie capacità. Di conseguenza, la persona può decidere di rinunciare al proprio desiderio, portando dentro di sé, però, quel senso d’infelicità e tristezza che si riverserà nella propria vita.
Il pensiero dicotomico
Il pensiero dicotomico può essere un grosso ostacolo al nostro benessere.
Si tratta di un automatismo, cioè di un pensiero che s’innesca in modo veloce e spontaneo e che, a noi, appare del tutto legittimo e giusto.
La nostra mente utilizza questo tipo di pensiero perché consente di recuperare le innumerevoli informazioni contenute nel gran calderone della memoria, in modo estremamente veloce.
Il pensiero dicotomico è il pensiero degli opposti, ad esempio: “Tutto-Nulla”, “Bianco-Nero”, ”Buono-Cattivo”, ”Giusto-Sbagliato”.
Questo tipo di pensiero diventa non funzionale per il nostro benessere quando è attivato per i GIUDIZI DI VALORE SU NOI STESSI.
- Per esempio, una persona che tende ad attivare la dicotomia “Forte-Debole”, dove la persona sentirà di stare bene fin quando sarà attivo l’aspetto FORTE, tenderà a mostrarsi sempre Forte e controllato in ogni situazione. Se un accadimento della propria vita lo farà sentire indifeso e fragile, con la situazione che non è più, esattamente, sotto il suo controllo, attiverà immediatamente l’aspetto opposto a forte, cioè DEBOLE. In questa modalità, la persona si sentirà male perché avrà perso tutti i riferimenti e le sicurezze poste in se stesso. Quindi, tenterà in tutti i modi di ristabilire la modalità FORTE, aumentando la rigidità, il controllo e assumendo un atteggiamento di distacco e distanziamento dagli altri e dalle proprie emozioni. Se la dicotomia FORTE-DEBOLE non si fosse attivata, la persona avrebbe compreso e accettato di buon grado che vivere una situazione spiacevole può far sentire fragili e indifesi ma, sentirsi fragili e indifesi, non fa di noi delle persone DEBOLI.
PERCEPIRSI FRAGILI IN UNA SITUAZIONE DIFFICILE DELLA PROPRIA VITA È
ASSOLUTAMENTE NORMALE E UMANO.
PERCEPIRSI FRAGILI IN ALCUNE SITUAZIONI NON VUOL DIRE CHE LA
PERSONA SIA DIVENTATA DEBOLE IN MODO ASSOLUTO
Noi tutti siamo più forti in alcune situazioni o contesti e più sensibili in altri, in quanto ci muoviamo all’interno di un continuum i cui poli opposti sono FORTE-DEBOLE ma: nessuno si colloca sempre e solo agli estremi, ma sempre lungo il continuum.
- L’attivazione del pensiero dicotomico ha anche altre conseguenze importanti per le nostre condotte come, ad esempio, quando decidiamo di seguire una dieta. La trasgressione, anche minima, alla dieta può avere come conseguenza il lasciarsi andare a un’abbuffata. In questi casi si attiva la dicotomia “dieta perfetta-totale sregolatezza”, “mangio poco-mi abbuffo”, “regolatezza massima-sregolatezza”. Cedere a un dolce durante una dieta non vuol dire che, ormai, dato che abbiamo interrotto la dieta, dobbiamo continuare a oltranza. Cedere a un dolce può anche implicare che continuerò la mia dieta come stabilito e, magari, salirò per due volte le scale di casa a piedi. Lo stesso vale per il consumo di sigarette. Se fumerò una sigaretta dopo aver smesso di fumare, posso accettare di aver ceduto all’impulso, ma tornare al rispetto della mia decisione subito dopo.
L’importanza del concetto di Limite e Possibilità dell’errore.
I concetti di LIMITE e POSSIBILITÀ dell’ERRORE, che si contrappongono al concetto di PERFEZIONE, son anch’essi di fondamentale importanza per il nostro benessere psicofisico.
Riconoscere e accettare i propri limiti vuol dire avere ben chiaro i propri punti di forza e i
propri punti di debolezza, con lo scopo di valorizzare i punti di forza e di non esasperare i punti di debolezza.
Accettare i propri limiti, a volte invalicabili, NON CI RENDE PASSIVI E DEBOLI, CI RENDE SOLO UMANI.
Accettare le nostre debolezze è ciò che ci avvicina agli altri, che ci rende flessibili, aperti, innovativi, creativi: NON PERFETTI MA UNICI.
L’accettazione del limite e della possibilità dell’errore consente l’abbandono di una visione moralistica della realtà e l’accostarsi a un atteggiamento meno rigido e severo, che prende in considerazione la natura imperfetta dell’essere umano.
Accettare se stessi per come si è, è alla base della CAPACITÀ DI AMARE, amare se stessi e l’altro. Infatti, comprendere i propri limiti e quelli altrui, non criticare i difetti, accettare i punti di forza ma anche quelli di debolezza, sono i principi fondamentali del voler bene.