Ansia
Ansia generalizzata: il disturbo dell’essere sempre preoccupati
Se il tuo problema è l’Ansia e vivi a Milano non esitare a contattarmi, saprò come aiutarti. Nel frattempo ecco qualche informazione su cos’è l’ansia e dei suggerimenti per affrontarla.
Esistono diverse categorie di disturbi d’ansia, ognuna con le sue caratteristiche: l’ipocondriaco teme le malattie, chi soffre di attacchi di panico ha il terrore che possa averne un altro, nella fobia sociale sono i rapporti con gli altri che mettono a disagio, nelle fobie specifiche si teme un qualcosa di ben preciso, nel disturbo post traumatico da stress il malessere è causato da un evento traumatico.
C’è poi quel disturbo d’ansia che consiste nel sentirsi sempre ansiosi: non si tratta di un’ansia elevatissima ma, sostanzialmente, è sempre presente.
- È una preoccupazione sproporzionata, pervasiva e difficilmente controllabile.
In pratica, questa tipologia di ansiosi trascorrerà PIÙ DEL 50% DEL PROPRIO TEMPO GIORNALIERO impegnato in un’attività di rimuginio mentale, consistente nel pensare e ripensare alla propria preoccupazione.
I motivi di queste preoccupazioni non sono sempre gli stessi ma variano e possono riguardare la famiglia, il denaro, il lavoro, la salute…
L’ANSIOSO PASSA DA UNA PREOCCUPAZIONE ALL’ALTRA PER MESI INTERI.
Queste preoccupazioni sono considerate preoccupazioni patologiche perché sono INCONTROLLABILI ed ECCESSIVE.
- Ci si rende conto che tutto questo pensare è inutile e controproducente, ma chi ne soffre riferisce di non riuscire a interromperlo. La strategia che solitamente utilizza per bloccare il rimuginio è la DISTRAZIONE: compie qualche attività che interrompe il pensiero ricorrente ma, senza neanche accorgersene, ben presto ritorna al proprio rimuginare.
- Le preoccupazioni sono eccesive perché sono solo ed esclusivamente previsioni NEGATIVE di EVENTI FUTURI.
- La persona vive meno il presente, non bada a cosa accade in quel momento, ma è orientata a ciò che accadrà.
- Le previsioni sono sempre e solo catastrofiche, dove prevalgono i termini: “sempre”, “mai”, “tremendo”, “terribile”.
- Ad esempio pensano: “A me va SEMPRE male”,
- Se non supero l’esame SARA’ TREMENDO
- Non ho MAI avuto gioie nella mia vita”.
Essendo la persona totalmente concentrata sugli eventi negativi tenderà ad AMPLIFICARLI.
In questo modo avrà la percezione che gli accadono SOLO ed ESCLUSIVAMENTE eventi negativi.
NELLA MENTE NON RESTA PIÙ SPAZIO PER CIÒ CHE DI POSITIVO ESISTE
Due Test sull’Ansia.
PRIMO TEST
Rispondi a questa domanda: “Nella vita ti sono accadute SEMPRE e SOLTANTO delle cose brutte?”.
Se rispondi di SI allora rifletti su questo: “È possibile che tu non abbia MAI avuto momenti di gioia?”.
- Suppongo che ci siano sicuramente stati, in una vita, dei momenti difficili e negativi: ma SEMPRE e SOLO?
- MAI una gioia?
SECONDO TEST
- Prova a pensare ai momenti TRISTI e DIFFICILI della tua vita. Te ne vengono in mente, vero?
- Adesso prova a pensare ai momenti FELICI, alle piccole soddisfazioni e traguardi raggiunti.
Se non ti vengono subito in mente prenditi il giusto tempo per pensarci. Scommetto che, pian piano, iniziano ad affiorare.
Con questi test ho voluto dare una dimostrazione pratica dell’errore mentale in cui cade l’ansioso:
L’ANSIOSO È SEMPRE PREOCCUPATO CHE POSSA ACCADERE QUALCOSA DI SPIACEVOLE
ma
È SEMPRE PREOCCUPATO PERCHÈ HA SEMPRE PENSIERI NEGATIVI
È così che funziona la nostra mente.
Se pensiamo ai momenti tristi e spiacevoli, per associazione verranno in mente solo ed esclusivamente altri ricordi di avvenimenti tristi e spiacevoli.
AVREMO IN QUESTO MODO LA PERCEZIONE CHE, NELLA NOSTRA VITA, ABBIAMO AVUTO SEMPRE E SOLO QUELLI.
Ma se riusciamo a invertire il trend del nostro pensiero, cioè smettiamo di concentrarci sui pensieri negativi e iniziamo con quelli positivi, per associazione, la nostra mente porterà a galla tutti i ricordi lieti.
Di conseguenza, non avremo più bisogno di preoccuparci tanto.
Chi soffre di ansia?
L’ansia si presenta tutte le volte che ci sentiamo MINACCIATI DA UN PERICOLO (ad esempio una strada buia e poco frequentata) oppure quando la minaccia deriva dal RISCHIO DI FALLIRE IN UN NOSTRO OBIETTIVO (nella paura di non superare un esame, sentiamo minacciata la nostra autostima).
L’ANSIA è un’emozione e, come tale, accompagna le nostre vite.
È indispensabile, ineliminabile, un fondamentale aiuto per ottenere il meglio di noi nelle prestazioni importanti (esami, colloqui di lavoro, prove sportive).
Per diventare un disturbo d’ansia e, quindi, per causare un danno all’individuo e al suo benessere, deve presentare contemporaneamente:
- la sovrastima del pericolo: la realtà esterna viene vissuta come estremamente pericolosa, molto più di come lo è veramente;
- la sottostima delle proprie capacità nel riuscire ad affrontarlo: il proprio sé viene considerato estremamente vulnerabile, incapace di affrontare il pericolo che si teme.
Nel caso dell’ansia generalizzata non si tratta di un pericolo imminente, presente in quel momento.
L’ansioso si preoccupa PER QUALCOSA CHE POTREBBE ACCADERE, IN FUTURO (all’esame potrei essere bocciato, gli accertamenti medici potrebbero rilevare un brutto male, l’aereo potrebbe cadere…).
Il pericolo non è presente in quel momento, non è reale: è POSSIBILE e POTENZIALE.
Chi ne soffre sente di poter essere minacciato da qualche rischio ma
NON SA DI PRECISO QUALE SIA IL RISCHIO CHE CORRE.
Per questo motivo si preoccupa oggi del lavoro, tra qualche giorno della famiglia, e poi della salute…
Come in tutti i disturbi d’ansia, la percezione di minaccia provoca un’attivazione fisiologica che ci prepara alla difesa o alla fuga, la risposta di attacco/fuga.
Ovviamente, PIÙ MI SENTIRÒ IN PERICOLO E MAGGIORE SARÀ IL LIVELLO DI ATTIVAZIONE CORPOREA.
Per questa ragione nell’attacco di panico l’attivazione è massima e sfocia appunto con l’attacco di panico.
Nell’ansia generalizzata il livello di attivazione non è altissimo ma si mantiene costante per lunghi periodi.
In questa situazione È COME SE DOVESSIMO TROVARCI SEMPRE PRONTI A REAGIRE e, quindi, come se dovessimo stare sempre vigili e attenti PER PREVENIRE UNA MINACCIA FUTURA, DI CUI PERÒ NON SAPPIAMO QUANDO SI VERIFICHERÀ NÈ COME SI PRESENTERÀ.
Per questo motivo saremo sempre tesi e agitati, irrequieti e nervosi.
- Chi soffre di disturbo d’ansia generalizzata, NON RIESCE A TOLLERARE L’INCERTEZZA e quindi SI SFORZA DI TENERE IL CONTROLLO SU TUTTO e, per far questo, utilizza il rimuginio.
L’ansioso è convinto di poter prepararsi agli eventi negativi della vita tramite il rimuginio: ritiene che, se pensa e ripensa alle possibili soluzioni, avrà più probabilità di superarle.
Nulla di male, direte voi. Invece questo semplice modo di pensare ha delle conseguenze tutt’altro che innocue.
IL RIMUGINIO
è in tutto e per tutto un’attività mentale, quindi richiede un dispendio di energie per essere compiuta, cioè uno sforzo.
- Se resto impegnato per molte ore al giorno in quest’azione mentale, dopo qualche giorno sentirò sintomi quali stanchezza, affaticamento, difficoltà di concentrazione.
- Inoltre, trascorrendo la maggior parte del tempo in preoccupazioni, manifesterò anche tensione muscolare, agitazione, irrequietezza, irritabilità, problemi di insonnia, in quanto, il continuo riflettere sulle possibili avversità della vita, mi pone in una situazione di costante allerta e tensione.
Chi rimugina ritiene di compiere un’azione utile per il proprio benessere, cerca solo di “allenarsi” ad affrontare le avversità: deve farsi trovare sempre pronto.
Per fare questo compie un lavoro che richiede sforzo ma che non porterà ad alcun risultato.
Proprio perché non porterà mai a una soluzione, la persona resterà bloccata in quest’attività per un lungo periodo.
È utile impegnarsi nel risolvere un problema concreto: richiederà energie per un certo periodo ma, appena si troverà una soluzione, si trarrà anche un vantaggio.
Invece, se un problema non è concretamente presente, non può neanche essere risolto perché le variabili che possono intervenire sono così alte da essere totalmente imprevedibili e non condurranno ad alcuna soluzione. In questo caso utilizzerò le mie energie senza arrivare mai a una soluzione.
- Non vi è mai capitato di temere il verificarsi di un pericolo, pensarci tanto e poi… se ne verifica un altro, al quale non stavate pensando per nulla?
L’idea di poter tenere tutto sotto controllo è un’illusione: DEVO SEMPLICEMTE ACCETTARE DI POTERMI FIDARE DI ME STESSO, DI ESSERE IN GRADO DI AFFRONTARE ANCHE LE SITUAZIONI IMPROVVISE.
Come liberarsi dal rimuginio?
Vi ho già detto che il tentativo che mettiamo in atto spontaneamente per bloccare il rimuginio è la distrazione, ma senza grandi risultati.
Ebbene, per ottenere l’esito desiderato, prima della distrazione, dobbiamo fare qualcos’altro.
- DOBBIAMO INNANZITUTTO RENDERCI CONTO CHE STIAMO RIMUGINANDO.
- DOBBIAMO RIPETERE A NOI STESSI CHE RIMUGINARE NON CI AIUTA.
ECCO COSA DEVO FARE:
- Ogni volta che mi accorgo di essere impegnato a rimuginare devo farmi queste tre domande:
- Pensarci mi è d’aiuto?
- Pensarci mi permette di risolvere il problema?
- Pensarci mi fa stare meglio?
Se la risposta è NO,NO,NO, perché continuo a farlo?
2. A questo punto, con maggiore consapevolezza, sposterò il mio pensiero su qualcos’altro. Un’attività, oppure mi concentro su quello che mi circonda. L’importante è restare concentrati su qualcosa di reale, concreto, qualcosa che si trova nel presente.
3. A breve la mia mente tornerà a rimuginare.
4. Senza perdere la calma, mi farò le stesse domande e poi sposterò il mio pensiero altrove.
Pian piano, “costringendomi” a trascorrere il più tempo possibile su qualcosa di reale e concreto, il rimuginio si presenterà sempre meno, fino a scomparire.